L’Alleanza delle cooperative è strategica; occorre ripartire dal lavoro e riavviare lo sviluppo dell’economia reale

Le conclusioni di Rosario Altieri, Copresidente dell’Alleanza e Presidente Agci

Roma, 26 giugno 2013 – “La scelta di Agci, Confcooperative e Legacoop di dare vita al processo di unificazione tra le stesse tre Organizzazioni è strategica. Essa infatti parte dalla consapevolezza della necessità di una interlocuzione più forte e ascoltata per affermare, nelle Istituzioni e fra le forze politiche, le ragioni di un importante segmento del sistema imprenditoriale italiano e per realizzare le condizioni attraverso le quali esso possa esprimersi con la massima efficacia”. Lo ha detto Rosario Altieri, copresidente copresidente dell’Alleanza nazionale delle cooperative e presidente di Agci, concludendo i lavori dell’ assemblea dell’Alleanza.

“Abbiamo bisogno – ha sottolineato Altieri – di più occupazione e di buona occupazione. Abbiamo bisogno di disegnare un futuro che garantisca ai giovani di oggi ed a quelli che ad essi succederanno una qualità della vita non peggiore della nostra. Abbiamo bisogno di un’Italia che si riappropri del suo ruolo di guida fra le democrazie occidentali”.

Per tutto questo, non basta richiamare alle loro responsabilità la classe dirigente e le diverse categorie economiche e sociali. E’, viceversa, necessario che ciascuno si rimbocchi le maniche e faccia la sua parte, senza disperdere energie nel ricercare le insufficienze altrui.

Il presidente di Agci ha quindi illustrato i punti prioritari sui quali l’Alleanza intende impegnare il Governo.

“Devono essere, innanzitutto, determinate le condizioni perché si riavvii lo sviluppo dell’economia reale, quella cioè basata sulle competenze imprenditoriali e sul lavoro, concedendo sempre meno spazi alla finanza speculativa. Occorre altresì rendere più coesa la società, perseguendo una politica di equità sostanziale nella distribuzione della ricchezza prodotta dalla collaborazione tra il capitale ed il lavoro: equità che é, di per sé, una condizione che consente uno sviluppo più equilibrato”.

Si dovrà poi porre mano – ha continuato Altieri – ad una vera revisione della spesa pubblica, che non ricorra ai tagli lineari, ma usi l’ascia sulle ancora abbondanti sacche di spreco e preveda il reperimento e l’allocazione di risorse aggiuntive per gli investimenti finalizzati allo sviluppo.

E’ inoltre sempre più avvertita l’esigenza di una semplificazione amministrativa che aiuti il Paese a crescere e non ne comprometta le potenzialità. Non si tratta di decidere se lo Stato debba essere più presente o meno presente: occorre meno Stato dove si può, ma più Stato dove serve. Si dovrà anche recuperare una credibilità sufficiente delle Istituzioni e la conseguente fiducia dei cittadini nei confronti delle stesse.

 


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