Lavoro: Agci, Confcooperative e Legacoop siglano accordo sulla rappresentanza con CGIL, CISL e UIL: oltre 1,2 milioni i lavoratori interessati Riconoscimento della specificità del lavoro cooperativo. Aperti alla condivisione delle regole

Roma, 18 settembre 2013 – «Un passo in avanti importante per il sistema della contrattazione collettiva cooperativa, che interessa oltre 1,2 milioni di lavoratori e segna un riconoscimento dell’identità di questa tipologia di impresa, puntando a valorizzarne la specificità del lavoro». È questo il giudizio che le centrali cooperative esprimono in riferimento all’accordo sulla rappresentanza sindacale firmato questa sera tra CGIL, CISL e UIL Agci, Confcooperative e Legacoop.

«Con CGIL, CISL e UIL – sottolineano i presidenti di Agci, Confcooperative e Legacoop – abbiamo sviluppato, sin dal Protocollo di Relazioni Industriali siglato nel 1990, un’esperienza positiva sulla quale si innesta l’accordo di oggi, che pone le basi per lo sviluppo di un’ancora maggiore responsabilizzazione comune nelle relazioni sindacali».

«È inoltre significativa – afferma Giuliano Poletti, presidente Legacoop – la decisione di riprendere il confronto su temi di particolare rilevanza, quali la gestione dei rinvii alle parti sociali previsti dalla legge sul socio lavoratore (l.142/2001) e la verifica sugli impianti di bilateralità nella cooperazione. Ed è sullo sfondo dell’esperienza realizzata, a partire dal Protocollo del 1990, che si colloca un elemento di originalità inserito nell’intesa».

«L’accordo contiene, infatti, procedure e regole condivise per eventuali successive adesioni da parte di altri soggetti (sindacali o datoriali) – aggiunge Rosario Altieri, presidente di Agci – con l’obiettivo di lasciare aperta la possibile condivisione delle regole con altri soggetti e, contestualmente, contrastare fenomeni di cooperazione spuria e di concorrenza sleale che, spesso, si concretizzano attraverso il dumping contrattuale».

«L’accordo – conclude Gardini presidente di Confcooperative – nasce anche per gestire situazioni di crisi o per favorire lo sviluppo e il rilancio economico e occupazionale delle imprese in presenza di investimenti significativi. I contratti di secondo livello, infatti, possono definire intese modificative dei Ccnl. Questa è una possibilità che viene data alle imprese cooperative, ai territori e a tutte le filiere produttive. Da oggi abbiamo uno strumento in più per agganciare la ripresa».

 


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